DESCRIZIONE
Una galoppata lunga settecento anni tra piccoli e grandi fatti di Sicilia, veri o inventati che siano, con una conclusione madrilena che induce a riflettere. Questo è Troparium de Catania, in cui Roberto Bolelli racconta dei misteri legati a un manoscritto con oltre duecento tropi – ritmiche preghiere dell’innografia bizantina che diventano celestiali canti polifonici – raccolti nella Cattedrale della città etnea nel periodo normanno. Quella di Bolelli – musicologo e musicista, tra i fondatori di quell’ensemble Al Qantarah che qualche anno fa aveva inciso un disco intitolato proprio Troparium de Catania – è un colto e popolare mix tra romanzo meticcio, in cui al genere storico s’intrecciano la scienza musicale e il giallo, e feuilleton. “La passione di Roberto Bolelli per il mondo dei suoni e per la storia – scrive Paolo Fresu, notissimo musicista, nella prefazione al libro – si esprime appieno in questo brillante viaggio dove verità e fantasia si incrociano…”. Al centro di tutto una serie di misteriosi omicidi e suicidi e, mentre nel mondo si diffondono le ritroveranno, per secoli, nel carcere in cui Sant’Agata, Patrona di Catania, morì dopo il martirio, con
l’orribile taglio dei seni da parte del console romano Quinziano. Dipanandosi nel corso dei secoli, il racconto attraversa vari protagonisti, a cominciare da Federico II Imperatore, che tornò sulla decisione di radere al suolo la ribelle Catania quando sul suo libro di preghiere apparve la scritta “Noli offendere Patriam Agathae, quia ultrix iniuriarum est” (non offendere la città di Agata, vendicatrice d’ogni ingiustizia). […] Dalla Recensione di Giuseppe Lazzaro Danzuso al volume pubblicata su Sikelian (https://www.sikelian.it/libri-misteri-e-segreti-del-troparium-de-catania).
Roberto Bolelli, nato a Roma e cresciuto a Catania, laureato in Musicologia al DAMS di Bologna, ha insegnato Musica nella Scuola Media e ha collaborato con il quotidiano La Sicilia di Catania. Dal 2005 lavora come musicoterapeuta alla Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna e, come cantante, è co-fondatore dell’ensemble Al Qantarah, uno dei cui dischi s’intitola Troparium de Catania, che è anche il titolo del suo primo romanzo.