La Maratona nordica con gli IIC di Copenaghen, Helsinki, Oslo e Stoccolma


Dal 18 maggio al 4 giugno 2020, gli Istituti Italiani di Cultura di Copenaghen, Helsinki, Oslo e Stoccolma propongono una maratona letteraria composta da tre storie al femminile per raccontare la vita ai tempi del Covid-19.

Ogni giorno alle 18:00, sui canali social Facebook e Instagram degli Istituti, verrà letto un brano tratto da L’ultimo aereo, l’instant book di Joana Karda, primo collettivo femminile di scrittura meticcia in Italia, composto da Claudia Mitri, Lolita Jaskin e Leila Wadia.

A dare inizio a questa lettura collettiva e condivisa sarà l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, mentre il 22 maggio l’Istituto di Helsinki raccoglierà il testimone, che a sua volta consegnerà, metaforicamente, all’Istituto di Oslo il 27 maggio. L’Istituto di Stoccolma concluderà infine la maratona, proponendo la propria lettura dal 31 maggio al 4 giugno.

Una staffetta ideale coordinata dagli Istituti Italiani di Cultura che hanno sede nelle quattro capitali della regione nordica, per sostenere l’importanza della lettura, della versione delle donne e del lavoro di squadra.

L’ultimo aereo è una raccolta di tre storie che hanno per protagonista il mondo femminile, scritte nell’intento di raccontare la vita ai tempi del covid-19. Tre delle componenti del collettivo Joana Karda – Claudia Mitri, Lolita Jaskin Timofeeva e Laila Wadia – hanno scritto L’ultimo Aereo in soli tre giorni, per narrare attraverso il punto di vista di tre donne – la beliziana Cindy, Anna, che vive in Romania, e l’italo-indiana Mina – la vita ai tempi del lockdown e dell’ultima possibilità per molte persone di uscire dal proprio paese, o di rientrarvi. Tre diversi racconti intrecciati tra di loro per parlare di rapporti tra donne, di viaggi interni, di voli presi, voli persi e voli drammatici.

Joana Karda è un progetto aperto e sperimentale, alla ricerca di uno stile innovativo che possa fondere pensieri e contaminare linguaggi. Il nome Joana Karda è un omaggio al libro di Josè Saramago “La zattera di pietra”, dove tutto inizia nella penisola iberica che si stacca dall’Europa e comincia a viaggiare. È un viaggio verso il nuovo e Joana Carda è solo uno tra i personaggi, in una narrazione dove nessuno è protagonista: sono semplicemente uomini e donne che vivono un’avventura surreale. Però è stata proprio lei a tracciare con un bastone una linea tra la penisola iberica e l’Europa, lungo la quale è avvenuto lo stacco, dando inizio al loro viaggio nell’Atlantico.

Il collettivo nasce nel 2012 all’interno del laboratorio di scrittura meticcia, organizzato dall’associazione Eks&Tra in collaborazione con il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Bologna e tenuto da Giovanni Cattabriga (Wu Ming 2). Dopo l’esperienza del racconto “Schischok” realizzato a tre penne da Claudia Mitri, Vanessa Piccoli e Lolita Jaskin (Timofeeva), che ha preso vita con una raffinata edizione Sikè, Euno Edizioni (2017), al collettivo si unisce Laila Wadia. Nel 2016 Joana Karda termina il primo romanzo “Le molte vite di Magdalena Valdez”.

Claudia Mitri è nata a Trieste e si è laureata in Lingua e Letteratura russa all’università di Bologna. Ha vissuto in Belize (Centro-America), dove ha tradotto in italiano alcuni racconti di autori locali. Ha pubblicato Triestini (della collana Luoghi non comuni, Sonda). Nel 2005 ha vinto il primo premio del Concorso internazionale di scrittura femminile di Trieste e altri suoi racconti sono stati pubblicati nelle raccolte Sguardi e parole migranti, 2005 e Migrazioni e paesaggi urbani, 2008. Nel 2013, in

collaborazione con operatori dell’ASL, progetta i laboratori di scrittura “Tessendo Trame”, rivolti a gruppi di persone coinvolte nei problemi di disagio mentale. Il progetto si conclude nel 2015 con la stampa di tre volumi contenenti i racconti dei vari corsisti.

Lolita Jaskin alias Lolita Timofeeva è un’artista nata a Riga (Lettonia). Vive a Bologna dal 1991. Nel 1997 ha rappresentato la Lettonia alla Biennale di Venezia, nel 2011 ha partecipato alla Biennale di Mosca. Ha collaborato come giornalista con i settimanali “Ogoniok” e “Vestnik Evropi” di Mosca, “LMM” di Riga, “Zeta” di Udine, “Images Art & Life di Modena”. Ha pubblicato racconti nelle raccolte “Scarpe sciolte”, “Casamondo” e “Intrecci” edite da Eks&Tra.

Laila Wadia si definisce una narrastorie brez meja. Traduttrice-interprete, lettrice di inglese all’Università di Trieste. Nata a Bombay (India), vive e lavora a Trieste. Ha pubblicato: Il Burattinaio e altre storie extra-italiane (Cosmo Iannone 2004), Pecore Nere (AAVV., Laterza 2005), Mondopentola (Cosmo Iannone, 2007), Amiche per la pelle (e/o, 2007), Come diventare italiani in 24 ore (Barbera, 2010), Se tutte le donne (Barbera 2012), Il testimone di Pirano (Infinito Edizioni 2016); Kitchensutra (KDP 2016), Algoritmi indiani (Vita Activa, 2017). A fine 2017 è uscito il film Babylon Sisters tratto dal suo romanzo Amiche per la pelle. Il suo nuovo romanzo, Il giardino dei frangipani, uscirà per Oligo Editore a fine 2020.

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