DESCRIZIONE
Il mio nome è Balbir, volumetto di 135 pagine edito da People, è la storia di un uomo nato nel Punjab e arrivato regolarmente in Italia. La storia di un uomo libero che ha perso la sua libertà in Italia; che in Italia è stato sfruttato, picchiato, minacciato di morte e schiavizzato per sei anni. Le vicissitudini del protagonista sono state raccolte dal sociologo Marco Omizzolo, attivamente impegnato nella liberazione di Balbir e più volte definito dallo stesso come un “fratello”. La storia, raccontata in prima persona, si dipana in un continuo dialogo a due voci, in presa diretta, struttura che conferisce fluidità alla scrittura. Omizzolo, colui che materialmente si è impegnato nella stesura del libro, affianca il protagonista per tutta la durata del suo racconto, diventando un silenzioso interlocutore, pronto ad ascoltare senza obiettare.
L'evento si terrà mercoledì 14 maggio alle ore 18.00 presso la Sala delle Feste della Biblioteca comunale "Vincenzo Cardarelli".
OSPITI DELLA MANIFESTAZIONE
Marco Omizzolo (sociologo Eurispes, docente dell'Università La Sapienza), Stefania Pomante (segretaria generale Camera del lavoro Roma Nord-Civitavecchia-Viterbo), Marco Nati (segretario FLAI CGIL), Lavinia Fantini (responsabile sportello immigrazione), Jlassi Lamine (lavoratore agricolo), Monica Calzolari (Assessora).